Sono un gabbiano che non appartiene a nessun paese.Nessuna spiaggia è la mia patria.Non mi affeziono a nessun luogo,volo di onda in onda....Elisabeth
dedicato interamente a Elisabetta, Amalia, Eugenia Wittelsbach, imperatrice d'Austria, regina di Ungheria e di Boemia, detta semplicemente Sissi e agli eventi e i personaggi del suo mondo.

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lunedì 14 aprile 2014

Sofia Carlotta la sorella più simile

Sofia Carlotta Augustina (Possenhofen, 1847 – Parigi, 1897) Tra tutte le sue sorelle la fragile Sofia Carlotta è certamente quella per cui Elisabetta si batté di più per assicurale tranquillità e benessere, forse per via dell’impressionante somiglianza fisica e caratteriale. Nata nel 1847, Sofia Carlotta crebbe come le sorelle e i fratelli nella pacifica atmosfera informale della corte paterna, tra Monaco e Possenhofen.
La sua vita, come quella di tutta la famiglia, mutò radicalmente nel 1853, quando la sorella maggiore Elisabetta si fidanzò con l’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe. Da quel momento, infatti, smise i panni della semplice duchessina bavarese per diventare la sorella della sovrana più ammirata d’Europa.
A differenza delle sorelle Elena, Maria e Matilde, Sofia era però introversa, sognatrice e perennemente insoddisfatta. Tutto sembrò cambiare quando Luigi II, re di Baviera, ragazzo attraente, come lei appassionato d’arte e musica, sembrò riservarle attenzioni galanti. Fasciato nell’uniforme di gala, alto quasi due metri, abile cavallerizzo, uomo di cultura, Luigi non faticò a conquistare il cuore della ragazza, che però fraintese completamente tali attenzioni: il re infatti cercava in lei non la fidanzata ma piuttosto l’amica sincera e la confidente con cui condividere le proprie passioni.
Passarono insieme giorni interi ad ascoltare le più belle arie di Wagner, cantate da lei, mentre lui la colmava di attenzioni affettuose. Corse subito voce che i due fossero in procinto di fidanzarsi, anche su pressioni dell’imperatrice d’Austria che adorava il cugino Luigi e lo avrebbe voluto vedere accasato con la sorella. Tuttavia, l’idea del fidanzamento angosciò profondamente Luigi, più sensibile al fascino virile degli stallieri e dei boscaioli che alle grazie femminili, anche se nel 1867 si arrese a chiedere la mano della ragazza.
Nonostante il fidanzamento ufficiale e l’annuncio delle nozze, il re cercò ogni pretesto per rinviare gli sponsali, finché il padre della promessa sposa, il duca Massimiliano, spazientito, osò scrivere una lettera assai risentita al sovrano. Scandalo! Il pretesto per Luigi fu più che sufficiente: un suddito del re, fosse anche un duca appartenente alla famiglia reale, non poteva permettersi di mettere il re di fronte a un ultimatum! Il fidanzamento venne sciolto pubblicamente, il busto della fidanzata gettato dalla finestra e il nome del re per sempre bandito dal palazzo ducale.
Sofia Carlotta dopo la delusione di Ludwig, perse la testa per un uomo bellissimo, il giovane fotografo Edgar Hanfstaengl. Lo aveva conosciuto durante i preparativi per le nozze: Edgar era stato incaricato di fare lui le foto ufficiali del matrimonio.
Tuttavia la vergogna e lo scandalo suscitato dal rifiuto del re,portarono la duchessina a considerare seriamente la prospettiva di dover rimanere zitella.Una triste prospettiva che venne cancellata nel 1868, quando venne annunciato il fidanzamento della ragazza con il duca Fernando d’Alençon, discendente della casa reale francese degli Orleans. Non si può certo dire che fu un matrimonio d’amore: lei era troppo ribelle per la rigida atmosfera che regnava in casa Orleans e la grigia atmosfera londinese di certo non giovò al suo carattere malinconico, certamente predisposto alla depressione come quello di tutte le sue sorelle.

                                     FERNANDO D'ALENCON
                                           
                                              FERDINANDO E SOFIA
Nemmeno la nascita della figlia Luisa Vittoria, nel 1869,e del figlio Emanuele nel 1872, risollevarono il suo spirito.

                                   I DUE FIGLI

LUISA VITTORIA
FERDINANDO
Il governo republicano confiscò tutte le proprietà a Fernando D'Alencone lo caccio' alla Francia,alla famiglia di Sofia non resto' che trasferirsi nell’unica proprietà di famiglia rimasta il castello di Mentelberg, nei pressi di Innsbruck. Un altro duro colpo per la depressione di Sofia Carlotta, che trovò consolazione tra le braccia di un certo Hans Glaser di Graz: una relazione che rischiò di gettare la famiglia reale bavarese, quella reale di Francia e la casa imperiale d’Austria nello scandalo se non fosse stata debitamente nascosta e il silenzio dei coinvolti lautamente pagato. Il tutto si risolse con l’internamento di Sofia in una clinica psichiatrica per malati di depressione, da cui uscì dopo qualche mese di terapia.
La villa inglese, "Bushy house", presso Londra dove abitò Sophie nei primi anni del matrimonio, dove nacque la prima figlia, quando tutti gli Orleans erano in esilio per la legge emanata dopo la rivoluzione del 1848, che fece decadere Luigi Filippo. I duchi d'Alencon in esilio abitarono anche a Palermo nel Palazzo d'Orleans. Solo dopo la fine del Secondo Impero, abrogata la legge, poterono rientrare in Francia
                                   ALTRE FOTO DI SOFIA CARLOTTA
Nel 1880 entrò nel Terzo Ordine delle Domenicane come suora laica, con il nome di Suor Maria Maddalena: si dedicò con ammirevole fervore a compiere opere di bene e organizzare fiere di beneficenza.
Nel maggio 1897 Sofia partecipò come madrina a una fiera di beneficenza a Parigi, in occasione del celebre Bazar de la Charité, al quale erano stati invitati, come attrazione per il pubblico, i fratelli Lumiere con le loro nuove strabilianti “fotografie in movimento”. Le attrezzature infiammabili accumulate nel retro del gazebo presero improvvisamente fuoco diffondendo le fiamme per tutti gli stand della fiera.

Sofia, per non lasciare sole le compagne, rimase intrappolata tra le fiamme e morì bruciata in quella tragica circostanza che costò la vita a 126 di persone.Fu sepolta nella cappella reale a Dreux
A Dreux, ci sono due figure giacenti di Sophie-Charlotte. La prima è questa qui sopra che tutti conoscono, che rappresenta Sophie con la mano sul cuore. Una bella scultura classica, dove la morte sembra essere il sonno, un sonno profondo di coloro che sono stanchi della vita.La seconda è stata portata alla luce dalle cantine della Cappella Reale per essere restaurata e trasferita al Musée d'Arts et d'Histoire de Dreux. Questa statua ha una storia singolare... Alla morte della duchessa infatti, venne chiesto a Barrias di di occuparsi di una sua scultura. La statua è magnifica, benchè straziante. Barrias ha infatti deciso di rappresentare la duchessa, come egli s'immagina fosse nei suoi ultimi istanti di vita, in fiamme, ma piena di fervore, congelata in questo stato di intenso dolore e tristezza. Il suo corpo è contratto, la testa è rilasciata, la sua treccia legata sul capo è scilta, le sue mani giunte ed il volto ancora impassibile... Alla morte dell'artista e di Ferdinand (morto il 29 giugno 1910), si decise di sostituire la sublime scultura di Barrias con l'altra , che ricorda una più convenzionale donna "dormiente" senza pene e senza sofferenza.

Dopo i funerali di Sofia, di cui si seppellì solo il cranio riconosciuto dalla cameriera grazie all’esame della dentatura, Elisabetta si recò a Innsbruck per salutare il cognato vedovo. In quell’occasione pare che l’imperatrice abbia affermato: “Siamo tutti destinati alla morte violenta”. L’anno dopo moriva assassinata dall’anarchico italiano Luigi Lucheni sulle rive del Lago di Ginevra.

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